lunedì 3 dicembre 2012

Encomio funebre in memoria del maestro Osvaldo Paniccia

Venerdì pomeriggio, ero in macchina e stavo tornando a casa quando mi arriva una telefonata da un mio amico:

“Oh, ma hai saputo chi è morto?”
“Oddio... che è successo?!”
“È morto Osvaldo Paniccia!!”

Scettico più che mai, appena tornato a casa apro facebook e mi ritrovo la home piena di foto di questo manifesto funebre.


Dunque era tutto vero, il “monarca assoluto della pittura” ci aveva lasciato. Certo, i più sarcastici diranno che la voce del maestro nella storica intervista con Diprè non lasciava ben sperare, ridotta più ad un sussurro biascicato ed incomprensibile che ad un emissione vocale. Si è pensato fosse un fake, del resto già altre volte era trapelata la falsa notizia della scomparsa del pittore, ma stavolta, purtroppo, era tutto vero: il maestro “capace di uno specchio segreto” (parole di Diprè queste) ci aveva abbandonato.
Così, ho deciso di dedicare questo primo articolo di Dicembre alla memoria di un uomo che si è trasformato, suo malgrado, in un tormentone della rete e che ha conquistato tutto il pubblico del web.
Era ancora il 2010, quando un mio amico all'università mi parlò della sua ultima scoperta dal mondo del trash: il canale video del Prof. Avv. Dott. Andrea Diprè (di cui abbiamo già abbondantemente parlato in questo articolo, e sul quale, onestamente, meno si dice e meglio è) e la sua scuderia di artisti, tutti un po' sopra le righe, ognuno a modo loro. Fra di loro, sicuramente, quello più meritevole di attenzione era proprio il maestro di Terracina, Osvaldo Paniccia che ben presto, poco tempo dopo la segnalazione del mio compagno di corso, si sarebbe trasformato in uno dei tanti “meme” che popolano il web. Del resto, fra i tanti “personaggi” che Diprè ci ha proposto, Osvaldo Paniccia è di sicuro quello più rappresentativo: con le sue espressioni che sembrano perennemente angosciate, la sua voce rotta dall'affanno e le sue brutte pitture questo bizzarro personaggio era riuscito ad ottenere il tanto agognato “quarto d'ora di celebrità” di Andy Wahrol.

Uno degli sguardi più famosi della storia dell'arte...
Alla sua morte, vedere come tutto il web abbia dato l'estremo saluto all'artista (sebbene sempre un po' sopra le righe) mi ha fatto molto riflettere su questa vicenda che sembra uscita direttamente da una novella di Pirandello: una vita vissuta ai margini della società inseguendo un sogno, quello del mondo dell'arte, e vedere arrivare la fama alla fine della propria vita anche se in maniera molto diversa da come, probabilmente, egli si sarebbe aspettato, ritrovandosi ad essere, seppure in una maniera un po' inusuale, uno degli artisti italiani più famosi degli ultimi anni, tanto che Marco Giusti, su Dagospia, ha implorato Massimiliano Gioni di ospitare alla Biennale di Venezia la ormai celeberrima “Natura Morta Con Gamberi”.
A nome di tutto il blog voglio ricordare il maestro con una breve galleria dei suoi quadri, non certo capolavori, ma semplici testimonianze di una persona ai margini che ha sempre, pazientemente atteso un'occasione di ribalta, tanto che la notizia della sua morte è trapelata dal tam tam virale dei social network, coinvolgendo migliaia di utenti.




Sono sicuro che il maestro si sia spento serenamente, avendo ormai raggiunto la fama di “pittore”, e sebbene non possa sperare di essere ricordato come un novello Matisse, credo sarà felice di sapere che molti ragazzi, quando si parla di pittura, conoscano più lui che altri nomi ben più importanti! Del resto, non posso nascondere che aldilà delle risa e di tutto quello che si può dire sul pittore di Terracina, ho sempre nutrito una sincera ammirazione per le sue parole più famose:

“L'arte è una cosa seria, non si può prendere sotto gamba.”

Si potrebbe dire molto sul “talento” di Osvaldo, si potrebbe dire ancora di più sulla capacità critica di quel volpone di Diprè (ma non lo faremo), ma non si può dire nulla su una manifestazione così devota verso una passione.
Concludo con uno dei tanti commenti che sono comparsi su facebook “Ciao Osvaldo, ora insegna agli angeli a dipingere gamberi!”, e una volta tanto non posso trovarmi più d'accordo di così!

                                                                                                                              - P.




POSTILLA: stando a quanto detto su artribune.com, sembrerebbe che la famosa “Natura Morta con Gamberi” costasse 95.000 € quando il maestro era ancora in vita (ovviamente il prezzo era stato stimato dall'inarrivabile Diprè), ora che Osvaldo è scomparso mi pare logico dedurre che il prezzo della tela abbia subito un vertiginoso aumento... Plauso quindi a quanti siano stati talmente furbi da accaparrarsi un pezzo prima del triste evento!

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