lunedì 12 novembre 2012

Tra simbologia e novità pre-rinascimentali: Opus Karoli Crivelli Veneti


La Madonna della Passione è un'opera fondamentale per conoscere la prima attività del pittore, poichè è ricca di elementi donatelliani, lippeschi e squarcioneschi, appresi nella sua esperienza di bottega.
Il critico Amico Ricci la ricorda a Venezia e secondo lui quest'opera proveniva dal monastero di San Lorenzo, in seguito passò alla raccolta padovana Barbini-Baganze, poi a Verona, a Pompei ed infine a Castelvecchio.
Parlando della datazione è difficile stabilirla con precisione: si ipotizza che sia intorno al decennio 1450-60.La tecnica è naturalmente pittorica, le cui dimensioni sono 71 x 48 cm, mentre il soggetto è di sfondo religioso-allegorico.
In basso a destra c'è la firma dell'artista, scritta in latino e in lettere capitali classiche: "OPUS KAROLI CRIVELLI VENETI".
L'immagine è costituita da diversi piani prospettici: nel primo troviamo tre angeli con i misteri della passione, tra i quali spiccano la croce e la corona di spine.
Sullo stesso livello, appoggiata al davanzale marmoreo si alza una colonna dal capitello ionico. Nei suoi dintorni vi sono figure umane e sul capitello troviamo un gallo.
Al centro dello stesso piano è raffigurata un'interessante immagine sacra di Maria e Gesù, poichè risulta che le mani giunte della Madonna e il cuscino nero dove il Bambino è in piedi sono in primo piano, mentre il resto dei corpi della Vergine e del Redentore, il festone di frutta decorativo e i putti musicanti in alto in secondo livello.
Lo sfondo sotto un'architettura voltata a botte si compone del tradizionale scorcio rinascimentale, raffigurato con la tecnica del trompe-l'oeil: in quello di sinistra troviamo un muro che probabilmente separa la scena centrale da un ipotetico paradiso terrestre, poichè spuntano tra i mattoni delle erbe e dei fiori.In quello di destra è raffigurato il Golgota con le sue tre croci, una Gerusalemme curiosamente gotica percorsa da personaggi orientali, allegorici alberi secchi e l'episodio di San Pietro mentre mozza l'orecchio al soldato.
Crivelli non si limita a delinearci un semplice ritratto della Madonna con il Bambino, ma vi unisce la grande simbologia allegorica della Passione, che ci invita alla preghiera.
Il monte sul quale si ergono le tre croci è allegoricamente il Golgota, così come l'albero secco con l'avvoltoio appollaiato e il bambino che cavalca il destriero bianco.Le croci hanno senza dubbio un significato religioso, ma indicano anche la primitiva prospettiva del Crivelli.
L'albero e l'uccello sono emblemi di crudeltà e morte, mentre il bambino a cavallo simboleggia maturità e incostanza.
Grande valore allegorico è trasmesso anche dai cardellini che si annidano nel festone di frutta e dalla colonna, il tutto circondato dall'importantissimo colore, scelto tra le più calde gradazioni.
Il Crivelli ci rappresenta il famoso uccellino che evoca il sangue di Cristo versato durante il suo calvario. La leggenda ci narra infatti che questo umile animaletto si sia avvicinato a Gesù durante la via Crucis, per ripulirlo dal sangue provocatogli dalla corona di spine: il cardellino si sporcò quindi il petto, rendendolo rosso per sempre.
Il festone di frutta, invece, ci trasmette un gusto che ci sconcerta e ci affascina, grazie alla sensibilità tardogotica nel riprodurre i minimi dettagli.  Tra le preferenze naturalistiche del Crivelli troviamo i cetrioli (simboleggianti la resurrezione di Cristo o il significato negativo della perdizione e del peccato), le mele (peccato originale e redenzione di Gesù), le melagrane (fertilità ed abbondanza), uva e foglie di alloro (gloria, vittoria e sapienza).
La colonna ionica , invece, rappresenta il collegamento tra la terra e il Cielo, così come la scala dietro e le alte torri gotiche dello sfondo di destra.L'uomo vuole ascendere verso Dio, verso l'infinito e soprattutto verso la salvezza.
Da notare è anche il gallo sopra la colonna: sicuramente è da collegare alla passione e all'apostolo Pietro, ma per rimanere pertinenti alla salvezza dell'uomo, si può identificare come lo stesso calvario del Signore e alla fede dei cristinani che vogliono, come lui, risorgere nel Paradiso di Dio.
I putti musicanti in alto, sempre allegoricamente collegabili alla Passione, appartengono alle innovazoni rinascimentali ed emulano gli affreschi del Mantegna. Seppur arricchendo le sue conoscenze con le avanguardie del tempo, Crivelli rimane ancora attaccato alla tradizione medievale: da una parte troviamo la classicità delle forme e una prospettiva abbozzata e molto intuitiva, dall'altro una linea lontana dalla realtà, l'eleganza delle texture, le dimensioni non reali dei personaggi sacri e l'assolutezza senza tempo dell'oro.
Il pittore è portato alle regole fisse e alla raffinatezza del gotico internazionale, mentre per origine è indirizzato all'arte bizantina veneziana. Come accennato in precedenza, le texture che caratterizzano i panneggi dei protagonisti sono molto raffinate e virtuose, così come i marmi policromi. Entrambi rimandano inoltre all'arte orientale, di stampo arabesco. Non a caso l'artista sceglie una linea fluida e un segno evidente, andamenti curvilinei e superfici uniformi.
Il colore è ancora carico di forte simbolismo ( come il rosso, rimando alla regalità e al sacrificio, il blu e l'oro alla spiritualità e alla regalità e il nero alla morte e sconfitta del Cristo).
Per la Madonna della Passione sceglie gradazioni calde e una luce intensa proveniente da sinistra. Il volume è reso grazie al chiaroscuro, alle gradazioni cromatiche e alla prospettiva primitiva, che aiuta a definire anche lo spazio, sebbene sia per lo più simbolico.
La struttura compositiva è simmetrica speculare, comportando un equilibrio tra la parte a sinistra e a destra. L'asse di simmetria passa attraverso il vaso di fiori in alto e il corpo di Maria.
Si può dire quindi che Crivelli in questa sua prima opera abbia preferito puntare sull'aspetto religioso-simbolico, poichè la tecnica risulta lineare e prova di troppe innovazioni pittoriche.
L'opera è in toto l'allegoria della passione di Gesù, ma anche della salvazione dell'uomo. Dopo le sofferenze e la morte, Cristo risorge nella gloria di Dio e così vale anche per l'uomo, il quale dopo una vita tentata dal peccato, muore nella speranza della salvezza e poi risorge nel Signore.
                                                                                                                                                                                 -Federica

Nessun commento:

Posta un commento