Con questo primo articolo (l'altro, del
resto, era solo una presentazione) vado ad inaugurare ufficialmente il blog e per
farlo ho deciso di ispirarmi ad uno degli eventi estivi che ha
animato la vita di molti appassionati di arte: ovviamente non mi
riferisco al ritrovamento dei disegni che sono stati attribuiti al
Caravaggio, ma dell'infelice opera di restauro che è avvenuto a
Borja, paesino spagnolo di appena 5000 anime in provincia di
Saragozza.
Ma andiamo con ordine: negli ultimi
giorni d'agosto fa il giro del mondo la notizia che un'anziana
signora ottantenne (tale Cecilia Giménez), in un improbabile
tentativo di restauro ha rovinato l'opera di Elías García Martínez,
semisconosciuto pittore spagnolo del XIX secolo, che aveva realizzato
questo piccolo affresco su di una colonna del Santuario della
Misericordia.
L'arzilla vecchietta, che adempiva
nella chiesa al ruolo di “perpetua”, era stanca di vedere
l'affresco ridotto in pessime condizioni a causa dell'umidità e così
ha pensato bene di chiedere al parroco il permesso di pensare lei
stessa, in qualità di pittrice dilettante, al recupero e alla
conservazione del dipinto. Complice la crisi, o forse un “sì”
pronunciato troppo superficialmente dal prelato, l'anziana donna si è
messa all'opera e dopo ore di alacre lavoro, presenta fieramente la
sua opera al parroco.
Peccato che, nonostante le buone
intenzioni, il risultato sia stato a dir poco disastroso: il volto
sofferente del figlio di Dio è stato distorto e trasfigurato in qualcosa di
indefinito, ma sicuramente molto distante dall'opera iniziale,
presentando forse più somiglianze con un primate che con il
Cristo (da qui il soprannome assegnato all'affresco “Ecce Mono”
in spagnolo significa appunto “Ecco la scimmia”).
"Ecce Homo" E.C. Martinez - L'affresco degradato - Il restauro ad opera di Cecilia Gimenez |
La vicenda ha del tragicomico, e credo che in molti avranno notato la curiosa connessione (quasi profetica) con un precedente restauro “home – made” visto al cinema qualche anno fa: nel film “Mr. Bean l'ultima catastrofe” il protagonista (Rowan Atkinson) starnutisce sul quadro “Ritratto della madre” dell'artista americano Whistler e ,nel disperato tentativo di salvare il dipinto, lo restaura con mezzi propri suscitando l'ilarità dello spettatore con il bruttissimo risultato conseguito.
Il bruttissimo restauro di Mr. Bean: la somiglianza con il caso di Borja è inquietante ! |
Eppure ci sono due fatti che
colpiscono: la notizia fa il giro del mondo e si trasforma
addirittura in un "meme" che si diffonde a macchia d'olio in tutti i
social network, mentre il Santuario della Misericordia a Borja vede
un'affluenza di pellegrini da far invidia ad altri luoghi religiosi
ed artistici ben più famosi. Addirittura si legge in giro per il web
di una petizione per salvare l'opera di Cecilia Giménez !
In effetti, superata la reazione
sdegnosa o le risa, si può cercare di rileggere il dipinto con un
occhio più attento: l'affresco di Martínez era stato realizzato nei
primi del '900 prendendo come ispirazione una raffigurazione analoga,
l' “Ecce Homo” dell'italiano Guido Reni di epoca Barocca.
Personalmente, oserei dire che la rappresentazione del Martínez è
di un linguaggio quasi anacronistico, se si considera che nel '900
spagnolo ci saranno pittori che rivoluzioneranno il linguaggio
figurativo in maniera radicale (basti pensare a Picasso e a Dalì) e
che già nel '800 Goya aveva dato il primo scossone alla tradizione
iconica Spagnola. L'opera di Martinez sembra più un'imitazione dello
stile seicentesco, piuttosto che una raffigurazione a cavallo fra
ottocento e novecento (infatti sarebbe opportuno far notare che,
nonostante il polverone mediatico, l'affresco era stato catalogato come
“di scarso valore” dalle autorità).
"Ecce Homo" - Guido Reni (ca.1639) |
"Ecce Homo" - Elías García Martínez (1910) |
Sebbene non si possa in nessuno
modo soprassedere sul danno operato dalla restauratrice improvvisata
(anche se sembrerebbe ci siano alcuni critici d'arte che difendono il
nuovo affresco), è curioso notare le connessioni che si vengono a
creare con altre esperienze pittoriche ben diverse dalle sue: il
volto sfigurato del Cristo, che guarda con due occhi quasi bovini
l'osservatore, restituendo una smorfia indecifrabile, ricorda le
raffigurazioni informali di Jean Fautrier, in particolare nasce
spontaneo il confronto con “Testa d'ostaggio n°1”: l' “Ecce Homo” restaurato risulta imbarazzantemente simile.
I lineamenti dell'ostaggio che emergono dal magma di colore come carne putrescente mostrano una certa familiarità con il volto deformato del Cristo, specialmente nel lungo naso allungato e dai lineamenti tutt'altro che umani. Questa trasfigurazione rievoca anche lo stile di Francis Bacon, in cui i volti sono deformati e violentati da nervose pennellate e sprazzi di colore innaturali. Anche lo “Studio per l'autoritratto” presenta una grande somiglianza con il Cristo di Borja, specialmente nella posa del colo e nell'agghiacciante processo di fusione e disfacimento della carne, da qui, il passo verso le terribili crocefissioni di Bacon, è assai breve.
Francis Bacon - "Tre studi per autoritratto" (part.) |
Francis Bacon - "Tre studi per Crocefissione" (part.) |
Curiosamente l'espressione sofferente del Cristo nell'affresco originale non sembra essere stata del tutto coperta, ma piuttosto trasformata: la sofferenza del Redentore trasformata nelle sofferenze di un essere deforme che comunica, con quegli occhi neri, un'inquietudine pari a quella degli ostaggi di Fautier e che rimanda alle sofferenze del mostruoso Elephant Man di David Lynch. Non più, quindi, il dolore del Redentore che si carica dei peccati dell'intera umanità, ma solo il travaglio di un essere deforme che, con il collo taurino piegato, si porge passivamente ai gesti di scherno dei visitatori come il Cristo si sottomise ai colpi di frusta dei suoi carnefici, il sacrificio visto nella nuova ottica di una “immolazione mediatica”.
Non è certo mia intenzione difendere
l'operato di Cecilia Giménez, cercando di far passare questo restauro
improvvisato come puro spirito dadaista che distrugge l'arte per
creare arte, quando invece si tratta di semplice incompetenza: sta di
fatto che, nonostante la scarsa gioia delle autorità locali questo
fatto increscioso ha portato al comune di Borja un notevole “boost”
di popolarità, ha canalizzato l'attenzione sull'opera di Martínez
(che dubito fosse così conosciuta) ed ha reso l'ottantenne Cecilia
Giménez l'ennesima dimostrazione del famoso “quarto d'ora di
popolarità” che Andy Wahrol aveva teorizzato tempo fa.
Fra le altre cose, ho notato che recentemente c'è un sito che propone al visitatore di restaurare con il mouse, in pieno stile “MS Paint”, il dipinto, per dare la possibilità ad ognuno di creare il proprio “Ecce Homo”, come a dire che oramai siamo diventati tutti artisti.
Fra le altre cose, ho notato che recentemente c'è un sito che propone al visitatore di restaurare con il mouse, in pieno stile “MS Paint”, il dipinto, per dare la possibilità ad ognuno di creare il proprio “Ecce Homo”, come a dire che oramai siamo diventati tutti artisti.
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