lunedì 24 settembre 2012

A come Autunno, A come Arte.

«...in tranquillo riparo la sua anima in autunno
quando le sue ali richiude, felice soltanto
di riflettere sul suo oziare, a far scorrere
le cose belle senza rincorrerle...»

J. Keats – The human seasons


L’Estate è finita, la scuola ricomincia un po’ per tutti, si dorme di meno e si dice addio agli abiti leggeri. Presto gli alberi nei viali perderanno le loro foglie e le giornate si faranno meno brevi e meno calde. Il 22 settembre arriva l’equinozio di Autunno, la data che sancisce ufficialmente il cambio di stagione: una stagione considerata da sempre un po’ triste, nonostante i bellissimi colori con i quali dipinge la natura: comincia a fare freddo e la notte cala più rapidamente, tanto che già alle sette di pomeriggio è già sera.
Per portare un esempio più incisivo sulla “cattiva fama” di cui gode l’Autunno, basti pensare che in inglese la stagione porta due nomi, il primo è “Autumn” ed il secondo (fra l’altro più utilizzato in tono colloquiale) è “Fall”, che significa anche cadere o morire, con particolare riferimento alle foglie degli alberi che, dopo essersi ingiallite, si fanno cullare dal vento fino alla terra lasciando gli alberi sempre più spogli.
Se si vuole un’ulteriore conferma basta dare un’occhiata al celebre film “Requiem for a Dream”: la particolare scansione temporale parte dall’Estate per poi passare drammaticamente all’Autunno (non a caso tradotto con “Fall”) dove le vite dei protagonisti cadono in miseria ed in rovina, fino alla totale disfatta che arriva con l’Inverno.

Scena dal film "Requiem for a Dream" (2000)
Fin dall’antichità, l’Autunno viene opposto all’ottimismo della Primavera e alla sua rinascita, eppure è curioso come la stagione “morente” dell’Autunno sia in grado di regalare colori tanto accesi e paesaggi tanto suggestivi: in effetti i primi freddi e i colori accesi del rosso, del giallo e dell’arancione hanno portato una fervida ispirazione nel mondo artistico.
L’autunno, con i suoi cromatismi vivi e pulsanti e con i suoi frutti tipici è stato rappresentato dall’Arcimboldo, con il suo stile stravagante derivato dalla giustapposizione di vari oggetti: si riconoscono melograni, funghi, pere e, soprattutto, l’uva, che formano il volto di questa stagione, rappresentato con fattezze maschili insieme all’Inverno (ed opposti alle due presenza femminili della Primavera e dell’Estate); all’interno del ciclo pittorico dedicato alle stagioni, colpisce come l’Autunno, con i suoi colori, risulti addirittura più luminoso e vivo dell’Estate, forse per evidenziare l’opposizione fra la calura insopportabile di quest’ultima e la frescura quasi rigenerante che la nuova stagione porta.

Giuseppe Arcimboldi - L'Autunno
Ritroviamo la stessa lettura solare dell’Autunno in uno dei capolavori giovanili di Goya, “L’Autunno o la vendemmia”, una raffinatissima composizione basata su una costruzione triangolare dove il centro del dipinto è occupato da un canestro di vimini pieno di grappoli d’uva, uno dei frutti tipici della stagione autunnale. Le mani del terzetto di aristocratici si innalzano in corrispondenza dell’elemento verticale della campesina che porta il cesto d’uva; di straordinaria eleganza è il dialogo cromatico fra i toni gialli della veste del giovane in primo piano, del giallo arancio della donna in piedi fino al nero prugna della fanciulla seduta, il cui abito riflette le sfumature del cielo azzurro chiaro e delle sue nubi giallo-rosa, in un tripudio d’oro autunnale.

Francisco Goya - L'Autunno (o la vendemmia)
Gli impressionisti, con le loro attente ricerche sul colore e sulla luce, hanno saputo riscoprire le bellezze dell’Autunno, della sua luce candida e dorata e dei suoi colori pieni e saturi: meraviglioso, al riguardo, il quadro “Autunno sulla Senna” di Monet, dove il cielo limpido di un bel color azzurro, si fonde quasi con l’acqua cristallina del fiume, il tutto meravigliosamente incorniciato da due file di alberi dai colori rossastri tendenti al bruno, ripresi magnificamente dai tetti della città sullo sfondo che separa delicatamente il cielo dall’acqua del fiume. In tempi più moderni il russo Kandinskij rileggerà il quadro di Monet, con la stessa eleganza del tratto e la stessa raffinatezza cromatica, contrapponendo all’azzurro intenso del fiume il colore giallo-oro che si fa strada fra le fronde verdi degli alberi sulla destra e si riverbera per tutto il paesaggio, in una sinfonia di arancio.

Claude Manet - Autunno sulla Senna

Vasilij Kandinskij - Fiume d'Autunno
Anche Manet, altro maestro dell’impressionismo francese, saprà fornire una sua visione della stagione autunnale con il ritratto “Méry Laurent, l’Autunno”: una rivisitazione ottocentesca dell’allegoria delle stagioni, dove la donna, avvolta in una pelliccia color fulvo che richiama il castano dorato dei suoi capelli, posa su uno sfondo color carta da zucchero con fiori di ogni colore, che rimanda ai colori e alla luce tipica della stagione autunnale.

Edouard Manet - Mèry Laurent (l'Autunno)
In tempi moderni, i pittori hanno saputo fornire una visione nuova dell’Autunno, una lettura in chiave quasi intima e meditativa, espressionista: Van Gogh con le sue pennellate intense ed i suoi colori fervidi riuscì a dare del paesaggio autunnale una visione espressionista, un paesaggio luogo dell’anima ed idillico che ricorda i versi della poesia “Profumo Esotico” di Baudelaire.

Quando, a occhi chiusi, una calda sera d'autunno,
respiro il profumo del tuo seno ardente, vedo scorrere rive felici
che abbagliano i fuochi di un sole monotono;

una pigra isola in cui la natura esprime alberi bizzarri e
frutti saporosi, uomini dal corpo snello e vigoroso e donne
che meravigliano per la franchezza degli occhi.

Guidato dal tuo profumo verso climi che incantano, vedo
un porto pieno d'alberi e di vele ancora affaticati
dall'onda marina,

mentre il profumo dei verdi tamarindi che circola nell'aria
e mi gonfia le narici, si mescola nella mia anima al canto
dei marinai.


Vincent Van Gogh - Giardino Autunnale
Ma la dimensione meditativa ed emotiva fu esplorata con grande maestria dall’italiano Giorgio de Chirico che fornisce la sua visione dell’Autunno in due dipinti: “Enigma di un pomeriggio d’Autunno” e la stupenda tela “Meditazione Autunnale”, due dei dipinti più famosi della stagione della pittura Metafisica.


Giorgio de Chirico - L'enigma di un pomeriggio d'Autunno
 Nella prima tela si trovano moltissimi dei temi cari al pittore italo-greco: l’architettura classicheggiante, la statua, la vela in lontananza parzialmente coperta da un muro e le figure umane immerse nella solitudine. L’atmosfera magica ed enigmatica del quadro, però, è data dalla luce particolare e dai suoi colori tendenti al giallo che si riverberano su tutto il dipinto, rievocando i cromatismi della stagione che qui è apparentemente assente, vista l’atmosfera sospesa e senza tempo. Tuttavia è in “Meditazione Autunnale” che la dimensione enigmatica ed intimistica di De Chirico raggiunge il massimo: due porticati di gusto rinascimentale inquadrano un paesaggio quasi minimalista, dal sapore mediterraneo, rinforzato dalla strada a lastroni rozzamente sbozzati e dalla battigia liscia. Al centro della composizione troneggia la stessa statua vista nel precedente dipinto, che sembra avvolta in un mantello, quasi raccolta in meditazione. L’assenza totale delle figure umane ed il mare piatto e calmo all’orizzonte conferisce un senso di tranquillità, vagamente turbato dalla tipica prospettiva dechirichiana e dal misterioso bastone alla destra. Magnifico il cielo di colore verde-azzurro che induce un senso di calma e di staticità a tutta la composizione.


Giorgio de Chirico - Meditazione autunnale

Forse, quindi, non ci si dovrebbe limitare a vedere l’Autunno come un semplice “messaggero” dell’Inverno o come una stagione triste per il suo essere “di mezzo”: del resto lo stesso Keats ne ha evidenziato la dimensione intima e riflessiva al meglio nella sua poesia “The human seasons”, dopo un’Estate sempre attiva è così bello oziare nel tepore domestico, godendo di quanto la stagione ha da offrirci !

                                                                                                                                   - P.
                                     

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