La felicità e il miglioramento della condizione umana hanno sempre avuto il posto d'onore nella scala dei desideri degli individui, sebbene siano obiettivi piuttosto difficili da raggiungere.
L'impossibilità nel sanare la malinconia di stampo decadente e una sempre più acuta insoddisfazione verso la il proprio tempo, hanno spinto gli uomini a rifugiarsi in diverse vie di fuga per evitare il raffronto con la triste realtà e con la loro impotenza verso il cambiamento.L'argomento dell'articolo di oggi è proprio legato a uno di questi espedienti, una scappatoia che si eclissa un po' sotto l'ombra dei tipici paradis artificiels come alcool e oppio: questa è la fenêtre, trampolino di lancio verso mondi lontani e incontaminati, ma allo stesso tempo vincolo per l’immaginazione.
Hopper |
La luce che illumina il prato tende ad infrangersi tra i petali dei fiori e permette ad Emma di ridipingere i contorni degli oggetti. Ecco quindi che la finestra apre le porte ad un mondo esotico, in forte opposizione alla bassezza e alla mediocrità della sua società, che costringerà la protagonista ad abbandonarsi all'adulterio senza però raggiungere l'appagamento tanto ricercato.
Restando all'interno dei confini francesi, mi proietto in un clima più bohémien e mi collego al poète maudit per
eccellenza, Charles Baudelaire. In tutta la sua poetica ricorre il tema della fenêtre, con espliciti riferimenti anche al materiale con il quale è costruita, il vetro. Esso permette al poeta di abbandonarsi alla fantasia, di esplorare mondi lontani ed
esotici, di viaggiare verso l’ignoto, ma allo stesso tempo è un fastidioso
impedimento per intraprendere il volo decisivo verso l’Assoluto. Secondo
Baudelaire infatti non esiste altro metodo che la morte, le dernier voyage, per
arrivare e ricongiungersi all'Ideale.
Sempre riferendoci ai figli dello Spleen, anche in Verlaine troviamo una grande importanza data alla finestra: la sua funzionale apertura verso l'esterno permette al
poeta di abbandonarsi alla contemplazione e all'osservazione del "di fuori", ossia la realtà che c'è al di là della sua cella di prigione (nella quale era stato rinchiuso dopo aver sparato al suo
amico-amante Rimbaud per gelosia, nda). Verlaine prende in mano la sua piuma e riflette sulla sua vita e sullo scorrere del tempo, tra un verso e l'altro di Sagesse (1881).
Spostandoci nel panorama letterario "di casa", mi riaggancio alla non casuale espressione "vago e indefinito", riferendomi chiaramente a Giacomo Leopardi. Avvolto da un'atmosfera tardo romantica, anche al recanatese piaceva lasciar volare via i malinconici pensieri dalla sua finestra: a rallegrare il suo studio “matto e disperatissimo” troviamo una Silvia che con il suo canto entra in casa sua e lo distoglie dalle sue "sudate carte", o la figura di una contadinella che rincasa con dei fiori tra le mani. L’immaginario leopardiano prende forma attraverso scene di vita quotidiana che il poeta si trova ad analizzare, non senza una punta di titanismo e distacco dal mondo reale.
Mantegna, Camera degli Sposi |
Stesso interesse per il suddetto
tema ci viene proposto dalla storia delle arti figurative, nella quale diversi
artisti si sono misurati con personaggi
intenti a contemplare il paesaggio al di là del lucernario.Nel Rinascimento la finestra aveva allo stesso tempo sia una funzione di veduta sul mondo esterno che di esercizio sulle recenti scoperte prospettiche, come si può ben ammirare nella Camera degli Sposi di Mantegna.
Con il passare degli eventi e con la conseguente affermazione della classe borghese gli interessi si prospettano verso la fabbrica e l'industria, lasciando iscritte tra le mura casalinghe la sfera privata e sognatrice.
La casa non è più solo lo spazio dove rifugiarsi dalle intemperie, ma è anche ciò che separa il familiare dall'estraneo.Con il passare degli eventi e con la conseguente affermazione della classe borghese gli interessi si prospettano verso la fabbrica e l'industria, lasciando iscritte tra le mura casalinghe la sfera privata e sognatrice.
Ecco quindi il popolo della casa, quello dedito alle attività domestiche e alla crescita dei figli, quello che comprende tutti coloro che sono alienati da una società progressista e in continuo movimento, nella quale l'unico motto che vige è "nothing but facts", tanto per citare Dickens.
Vermeer ci regala una bella immagine della vita casalinga "al di qua" della finestra: c'è chi sceglie di vivere in maniera tranquilla e distaccata voltando le spalle alla realtà esterna e c'è chi invece è turbato dal desiderio di uscire e di iscriversi nella società.
Considerando in maniera conclusiva quello che significa per l'uomo andare "oltre", mi soffermerei anche nell'immediato moderno, su una finestra che non si apre fra due pareti, ma che compare davanti a noi in maniera virtuale.
A mio parere, anche lo stesso utilizzo di Internet può essere considerato un'evasione: chi lo ha detto che la rete ha soltanto scopi lavorativo-informativi?
A pensarci bene ed estraniandomi dal mio ruolo di scrittrice anche io sono caduta nello stessa situazione che presento ora a voi lettori: magari dietro a questo articolo c'è l'esigenza di evadere da settimane dure ed impegnative e la volontà di abbandonarsi al piacere che solo l'Arte a volte sembra regalare.
La mia finestra oggi non è quella che si affaccia su un triste cortile residenziale, ma è quella che si apre a queste righe, sperando che regalino anche a voi le stesse emozioni che concedono a me.
- Federica
Vermeer ci regala una bella immagine della vita casalinga "al di qua" della finestra: c'è chi sceglie di vivere in maniera tranquilla e distaccata voltando le spalle alla realtà esterna e c'è chi invece è turbato dal desiderio di uscire e di iscriversi nella società.
Considerando in maniera conclusiva quello che significa per l'uomo andare "oltre", mi soffermerei anche nell'immediato moderno, su una finestra che non si apre fra due pareti, ma che compare davanti a noi in maniera virtuale.
A mio parere, anche lo stesso utilizzo di Internet può essere considerato un'evasione: chi lo ha detto che la rete ha soltanto scopi lavorativo-informativi?
A pensarci bene ed estraniandomi dal mio ruolo di scrittrice anche io sono caduta nello stessa situazione che presento ora a voi lettori: magari dietro a questo articolo c'è l'esigenza di evadere da settimane dure ed impegnative e la volontà di abbandonarsi al piacere che solo l'Arte a volte sembra regalare.
La mia finestra oggi non è quella che si affaccia su un triste cortile residenziale, ma è quella che si apre a queste righe, sperando che regalino anche a voi le stesse emozioni che concedono a me.
- Federica
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